venerdì 31 luglio 2015

FESTIVAL DELLA VALLE D’ITRIA: MEDEA IN CORINTO CONVINCE TUTTI

           PREGEVOLE L'OPERA E L'ESECUZIONE DELLA MEDEA DI MAYR


Martina Franca – Si è giunti alla tanto attesa “Medea in Corinto” di Giovanni Simone Mayr, terza opera del cartellone del Festival della Valle d’Itria.  Un altro spettacolo molto ben accolto dal folto pubblico presente alla prima replica. Con quest’opera di ispirazione mitologica è  tornato il Belcanto nell’atrio del Palazzo Ducale di Martina e tutti i protagonisti sono stati davvero bravi. Il tema è quello classico vicino alle forme del teatro tragico che si rifà alla tragedia di Corneille ed ha come antefatto  la vicenda narrata da Omero, degli Argonauti , guidati da Giasone verso la Colchide alla ricerca del Vello d’oro, conquistato proprio per merito delle arti magiche di Medea. Il seguito della vicenda tra Giasone e Medea, li vedrà prima sposi ma poi  proporrà Giasone  che giunge a Corinto per sposare Creusa, figlia del re Creonte.   “Medea in Corinto” ripercorre i momenti difficili che seguiranno al matrimonio fallito ed evoca l’atto atroce di Medea: l’infanticidio dei propri figli da parte di una madre tradita, abbandonata e disperata. Inutilmente Medea  tenterà di convincere Giasone a non lasciarla ma davanti al suo diniego ella prometterà di vendicarsi.  Dopo un primo tentativo fatto con Egeo, Medea vien fatta prigioniera, ma  riuscirà ad ottenere dal marito di rivedere i figli per un’ultima volta; sarà l’atto finale perché  ucciderà  i figli avuti da Giasone ed ucciderà anche Creusa, alla quale aveva fatto  omaggio  di vesti avvelenate,  lasciando Giasone solo e disperato.  La Medea scritta da Mayr, su libretto del giovane Felice Romani, fu rappresentata al San Carlo di Napoli nel 1813. Ma dopo il successo iniziale l’opera fu dimenticata per via del successo di “Medee” di Luigi Cherubini e solo negli anni settanta del secolo scorso è stata ripresa a NapoliL, al San Carlo,  per poi essere di nuovo essere dimenticata. La magia rimane  l’elemento fondamentale della sua opera e rappresenta la plastica realizzazione della paura che abbiamo del diverso, e  la lettura dell’altro come straniero. La regia è stata affidata al talento di Benedetto Sicca, rivelazione dell'edizione 2014 del Festival.
La scenografia con cui si è aperto lo spettacolo presenta un grande prato fiorito, su cui si è svolto il primo atto in un prezioso equilibrio tra delicata poesia e potenza drammatica, frutto della fantasia della giovane  Maria Paola Di Francesco, mentre gli eleganti costumi sono stati firmati da Tommaso Lagattolla. Lo spettacolo è stato impreziosito dai danzatori di Fattoria Vittadini, Chiara Ameglio, Cesare Benedetti e coreografie di  Riccardo Olivier, che hanno accompagnato sul palco in ogni azione i protagonisti.  L’Orchestra Internazionale d'Italia,  diretta magistralmente dal grande Maestro, ora anche direttore musicale del Festival della Valle d'Itria,  Fabio Luisi, è stata perfetta. Notevole anche  l’esibizione del Coro della Filarmonica Di Stato “Transilvania” di Cluj-Napoca. Per quanto riguarda i cantanti, davvero efficaci ed importanti le vocalità e la presenza scenica di  Davina Rodriguez in Medea e Micheal  Spyres in Giasone, ma molto bravi anche Roberto Lorenzi in Creonte, Enea Scala in Egeo, Mihaela Marcu in Creusa, Paolo Cauteruccio in Evandro e Nozomi Kato in Ismene. Il pubblico ha accolto tutti i protagonisti con calorosi e prolungati applausi anche a scena aperta.


Gaetano Laudadio
Le foto sono di Paolo Conserva

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